Neanche la pioggia battente, inclemente per
certi tratti, ha intaccato la tenacia e lo spirito dei ragazzi dell’Istituto
Tecnico “San Pardo” di Larino che nella mattinata di venerdì, con la partecipazione di un gruppo di
studenti del Liceo “F. D’Ovidio” della stessa città, hanno dato vita a una
manifestazione che ha colorato la piazza principale con le tinte della natura,
rievocando un’antichissima pratica che già in epoca romana era diffusissima,
quella della pigiatura dell’uva con i piedi. La “festa dell’uva”, come l’hanno
battezzata la Prof.ssa Annarita De Notariis e la Prof.ssa Giovanna Civitella,
organizzatrici dell’evento, si è andata a inserire nel contesto della 270^
Fiera d’Ottobre, manifestazione nata nel lontano 1742, per mano di Carlo III,
Re delle Due Sicilie, che decretò l’istituzione di quello che sarebbe stato uno
degli appuntamenti fieristici più importanti del centro-sud Italia. Il poeta
larinese Ernesto De Rosa la ricorda in questo modo: “una grande ripercussione
su tutti i mercati
”, perché “treni carichi di animali si portavano da Larino,
nei centri più importanti d’Italia
”.
 
 
Scorcio di Piazza del Popolo
 
Proprio le origini e le tradizioni contadine di
un appuntamento che nei secoli scorsi era punto di passaggio per tutti quelli
che, attraverso i tratturi, compievano la transumanza verso la vicina Puglia,
sono state rievocate dagli studenti come collante tra passato e presente, come
amalgama tra la cultura popolare e la storia. Come detto poc’anzi, con la
pigiatura a piedi nudi dell’uva e con essa la pianta della vite, si è voluto
riportare alla memoria una tradizione storica di questa terra, che affonda radici
in epoca romana, dove la città di Larinum (Urbs princeps frentanorum) ne è un chiaro testimone con ritrovamenti
archeologici che certificano la presenza della vite e del vino nel tessuto
sociale di quell’epoca. I ragazzi dell’Istituto Tecnico “San Pardo” si sono
prodigati nell’operazione di pigiatura con i piedi, tecnica che tutt’oggi è
eseguita in alcune realtà territoriali, come per i produttori di vini
biodinamici, vista la delicatezza dell’intervento rispetto alle moderne
tecnologie, nel rispetto della natura del prodotto e della terra. Anche alcune studentesse
del Liceo, a dispetto di qualche evoluto benpensante che sostiene che certe
attività non abbiano niente a che fare con la cultura classica, si sono volute
cimentare nell’operazione e di buon grado hanno apprezzato le proprietà
organolettiche della spremuta d’uva, oltre a parte della cittadinanza
convenuta, che opportunamente fermentata riesce a dare un prodotto, il vino, simbolo
di convivialità e legame con la terra. 
 
 
Ragazzi alle prese con la pigiatura dell’uva
 
Altro momento di coinvolgimento sono stati balli
folk, eseguiti sempre dai ragazzi dei due istituti scolastici, tra suoni e
melodie del passato e del presente, che hanno rievocato tradizioni popolari
contadine che accompagnavano la raccolta e la trasformazione dell’uva e i
momenti di convivialità attorno ad un bicchiere di vino. Si è trattato di un
momento di folklore, di gioia e di giubilo, all’interno di una manifestazione
fieristica che, forse causa la congiuntura economica avversa o per gli
strascichi giudiziari che l’hanno anticipata, si presentava in tono minore.
 
Esibizione di balli folk
Particolarmente apprezzata, dal folto pubblico, è stata la possibilità
di degustare i prodotti della tradizione contadina, e in particolar modo i vini
di Angelo D’Uva, vignaiuolo in Larino, e l’olio extravergine da olive della
varietà “Gentile di Larino”, prodotto dallo stesso Istituto.

Un piccolo encomio, anche se autoreferenziale, per il sottoscritto che
ha fornito l’uva utilizzata per la pigiatura, nella fattispecie della varietà
Montepulciano, che alla misura rifrattometrica ha dato un valore di 24,2 gradi
Babo (percentuale di zucchero in peso, g di zucchero contenuto in 100 g di
mosto) che, con un semplice calcolo empirico, darà un vino con un valore
potenziale in alcool pari a 14,50%. Non male, eh?

Al termine della rappresentazione, dopo gli elogi della cittadinanza e
delle rappresentanze istituzionali presenti, le promotrici dell’iniziativa già
si sono messe al lavoro per una nuova edizione da bissare nel 2013, ricca di
nuovi spunti.

Un particolare ringraziamento va al Dirigente Scolastico Prof. Paolo A.
Santella, ad Enrica Luciani delle cantine Angelo D’Uva, al personale tecnico-amministrativo
dell’Istituto Tecnico “San Pardo”, agli studenti dell’Istituto Tecnico “San
Pardo” e a quelli del Liceo “Francesco D’Ovidio”.

Con l’augurio di una rinnovata veste della manifestazione che, insieme
all’Istituto Agrario, unico della regione, facciano da traino ad una realtà
agricola, pregna di valori e tradizioni, ma ancora poco apprezzata all’esterno.
 
Sebastiano Di Maria