Questo è il periodo delle anteprime nel mondo del vino, ossia appuntamenti con stampa specializzata, opinion leader, blogger e buyers per far degustare l’ultima annata, spesso spillata direttamente dalla cisterna, ma anche le produzioni aziendali. Proprio ieri siamo stati all’Anteprima Montepulciano d’Abruzzo, nelle vesti di inviati per il Corriere Vinicolo, storico organo d’informazione dell’Unione Italiana Vini, proprio per carpire le novità più interessanti, comprende le tematiche più pressanti della filiera, ma, sopratutto, ascoltare e dialogare con i produttori. Non solo vino, quindi, ma anche le scelte per la promozione aziendale, le difficoltà del mercato e le iniziative in cantiere. Tra le aziende con cui abbiamo interloquito, c’è una ricadente nella Doc Tullum, che insiste nel territorio del Comune di Tollo (CH), la prima che sta completando un processo di zonazione viticola, un sistema di gestione e caratterizzazione, che ha lo scopo di utilizzare al meglio il patrimonio viticolo e il terroir, ma, soprattutto, cosa che molti sottovalutano, come abbiamo potuto constatare parlando con il produttore, valorizzarne le peculiarità, soprattutto in chiave mercato. Come? Lo spiegherò al più presto con un articolo a tema, avendo avuto anche la fortuna di poter studiare più tipologie di applicazioni in tal senso. Intanto, come è ormai consuetudine, metto questa interessante “pillola di Scienza”, che in poche parole spiega quelle che sono le prerogative e gli sviluppi di questa applicazione, da quello che è il massimo esperto in materia, avendo curato, con il suo gruppo scientifico, zonazioni nelle più importanti regioni viticole italiane.
Degustazione di vini all’Anteprima Montepulciano d’Abruzzo (foto Sebastiano Di Maria)

Se analizziamo il termine “eccellenza”, con il quale si definisce il livello della qualità di un vino, ci rendiamo conto che questo può essere attribuito solo a pochi vini che sono il risultato di un progetto di produzione che si realizza controllando ogni sua fase nei minimi dettagli. Il verbo “eccellere” deriva dal latino ex-cellere, che vuol dire “spingere fuori”, non identifica quindi un livello più alto nello stesso ambito, ma lo “spingere fuori” significa entrare in un ambito diverso. L’eccellenza si declina su due parole chiave, il terroir ed i crus. Il terroir viticolo è un concetto recente che assolve a necessità pratiche ed ideologiche. Sul versante ideologico
deve riuscire a persuadere il consumatore dell’originalità di alcuni suoi vini, prodotti in ambiti delimitati, su quello pratico ha invece la finalità operativa di favorire una migliore espressione qualitativa del vitigno in determinate condizioni pedo-climatiche

Schema di zonazione viticola (elaborazione Sebastiano Di Maria)

La definizione tradizionale di terroir è però monodimensionale in quanto basata essenzialmente sugli effetti del suolo e del clima, sul vino, in una scala spaziale ridotta, mentre appare sempre più importante il ruolo dell’uomo. La zonazione viticola è soprattutto uno strumento scientifico per caratterizzare e conoscere il rapporto tra i vitigni e gli ambiti pedo-climatici dove sono coltivati. Inoltre con le conoscenze che apporta ai meccanismi di funzionamento del terroir, consente di valutare indirettamente le risorse naturali dei diversi ambienti del territorio indagato e di adeguare di conseguenza le somministrazioni degli imput energetici (acqua irrigua, concimi, antiparassitari, etc) ai reali fabbisogni delle piante. È il primo passo per una applicazione diffusa delle tecniche di proximal sensing per giungere alle mappe di prescrizione che vengono realizzate in funzione del vigore, della produttività e della struttura della chioma e che consentono di intervenire di anno in anno in modo differenziato a seconda dell’andamento stagionale, a livello agronomico (diradamenti, cimature, sfogliature, etc) e negli apporti di concimi ed antiparassitari in funzione delle reali necessità della coltura.

Fonte: Gambero Rosso Tre Bicchieri (Articolo a firma del Prof. Attilio Scienza)