Qual’è il segreto della longevità della vite? E’ stato svelato dai friulani Marco Simonit e Pierpaolo Sirch che, dopo oltre 20 anni di sperimentazione, hanno definito un metodo di potatura “soffice” in grado di preservare lo stato di salute dei vigneti, allungandone il ciclo di vita, fino a raddoppiarlo. Si tratta di un’innovativa filosofia di gestione della vigna, che si ispira al recupero dei modelli tradizionali tramandati dai vecchi potatori del mondo contadino per applicarli alle esigenze della viticoltura moderna.
La passione per il loro lavoro e la cura che dedicano alla vigna è raccontata in un video da poco realizzato, che descrive, attraverso immagini suggestive dal Nord al Sud del paese, l’essenza della loro filosofia, attraverso la testimonianza di esperti del mondo vitivinicolo, di esponenti del mondo scientifico e di produttori.
Il metodo Simonit&Sirch si basa su un approccio rispettoso dei ritmi della natura e mirato sulla singola pianta, con potature solo sul legno giovane al fine di salvaguardare la salute della vite.
Nei loro viaggi per l’Europa, Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, hanno cercato di capire come in alcune zone europee venivano coltivati senza grosse difficoltà ceppi di 50-60 anni. L’intuizione è avvenuta osservando degli alberelli, dove i viticoltori per allevare piante così vecchie eseguono tagli su legno di massimo due anni. Cercarono di adattare, in primo luogo, questa tecnica sulle spalliere. L’obiettivo era il rispetto del flusso linfatico e tagli sul legno giovane, massimo di due anni. Un movimento della linfa più lineare, senza movimenti tortuosi,  porta ad un germogliamento uniforme con potatura di rinnovo facilitata dalla presenza di tralci in posizione corretta, oltre che a una resistenza maggiore della pianta alla siccità.
La loro teoria fu accolta con freddezza dagli esperti del settore ma, col tempo, si è dimostrata rispettosa della vite mantenendo il legno sano.

Una tecnica “dolce”, quindi, che garantisce uno sviluppo sostenibile ed equilibrato della pianta. Il primo obiettivo è quello di allungare la vita media della pianta prevenendo le più diffuse malattie del legno, attraverso la riscoperta di vecchi metodi di cura delle vigne. In secondo luogo, la riduzione dei costi di gestione del vigneto con un abbattimento delle ore di potatura dal 30 al 50%. Infine, la rivalorizzazione e il recupero di un antico mestiere quasi dimenticato, quello del potatore, che riacquista quindi nuova dignità e apre ai giovani interessanti prospettive nel settore della green economy.
Il progetto dei “Preparatori d’uva” di restituire longevità alla vite ha compiuto un ulteriore passo avanti con la nascita della prima “Scuola Italiana Permanente di Potatura della Vite”, giunta al suo terzo anno di corsi. Unica nel suo genere non solo in Italia, ma a livello internazionale, è un centro di formazione permanente con corsi organizzati in partnership con importanti centri di ricerca e Università.