Un anno fa, proprio in questa giornata, tra giustificati dubbi di noviziato e smania animata da tanta passione, nasceva questo blog, pensato per portare la cultura del vino, e del suo complesso mondo, direttamente sul territorio. Detto così, a qualcuno sarà sicuramente venuto un ragionevole dubbio, dopo un brusco movimento dell’arcata sopraccigliare, accompagnato dall’esclamazione: “Dov’è la novità? La rete ne è piena di roba simile”. In effetti, per certi versi, questo risponde al vero, ossia un’abbondanza di contenitori (blog, forum, portali, etc.) che grondano di (eno) degustazioni, di (eno) recensioni, di (eno) consigli, di (eno) riflessioni, di (eno) cultura e di tutto quello che gravita in questo mondo, spesso avvolto dal mistero o da chiaro-scuri. L’obiettivo che mi ero prefisso in partenza e che spero di aver mantenuto, quindi, era di non creare l’ennesimo clone, come un film già visto, bensì, un vero e proprio strumento di crescita personale che fosse d’aiuto al consumatore a comprendere certe problematiche concernenti il mondo del vino e della cultura enogastronomica in generale, soprattutto nella nostra realtà dove latitano queste forme di comunicazione. Tutto questo con l’utilizzo di un linguaggio semplice, alla portata di tutti, senza tecnicismo esasperato e termini astrusi. Ci sarò riuscito?
 

 

Stando ai numeri, quelli dei contatti e dei like di Facebook dal momento in cui li ho inseriti, oltre la specificità del blog e l’impossibilità di poter contribuire in maniera sistematica ad aggiornamenti, il risultati sono straordinari. L’unico neo, se così si può definire, dove invece speravo ci fosse un salto di qualità, è stato la scarsità di contributi da parte dei singoli come apporto critico alle tematiche trattate, pur lasciando libertà di replica senza restrizione alcuna. Quest’aspetto, probabilmente figlio di una mancanza d’informazione o di formazione, in termini generali, su questi temi, ci relega in una posizione di disagio rispetto ad altre realtà territoriali. Questo è stato uno dei motivi, insieme ad altri, che mi hanno portato all’idea di creare un sistema di formazione permanente, la “Scuola del gusto”, con il patrocinio dell’istituzione scolastica dove lavoro, che fosse aperta a tutti, in particolar modo agli studenti, che rappresentano il futuro della nostra terra, ma anche a tutti quelli che desiderano conoscere le produzioni di qualità del territorio e le sue ricchezze, a costo zero, attraverso il concetto di “qualità a portata di mano”. 
 

 


Tra gli aspetti del blog, c’è né uno che mi va di citare su tutti, che la dice lunga sulla capacità di diffusione come mezzo di cultura. In questo post, mi ero sbilanciato, con un commento abbastanza piccato, su una ricerca scientifica, circa i benefici effetti di alcuni componenti della frazione polifenolica dei vini. In realtà, quello che mettevo in discussione, non era il contenuto strettamente tecnico, bensì alcuni commenti a corollario che, secondo me, andavano a ledere l’immagine di un certo tipo di produzione e ad avvantaggiare un certo tipo di consumatore. Il professore ordinario di chimica organica, titolare di questo gruppo di ricerca internazionale, il giorno dopo, mi ha scritto una mail chiedendomi, tra l’altro, di approfondire i concetti da me espressi, che ben volentieri gli ho esposto. Naturalmente, non posso riportare il contenuto della discussione, nel rispetto della privacy, ma potete ben capire che esprimere il proprio pensiero, anche se qualche volta in maniera critica, purché supportato da onestà intellettuale, non ci pone, aimè, a riparo da critiche o invidie, che sono il sale del nostro quotidiano, ma ci permette di crescere con il confronto e il rapporto tra cultura e approcci diversi. Quello che invece manca, oltre al famoso giornalista Daniele Cernilli, di cui ho parlato ampiamente in questo post, a dei signori del Gambero Rosso che qualche giorno fa, in questa rubrica, probabilmente redatta comodamente seduti davanti al loro desktop, hanno avuto il coraggio di scrivere e cito testualmente: “E c’è poi il vitigno molisano autoctono per antonomasia, la Tintilia, un’uva che dà vita a bianchi minerali e profumati, i più caratteristici senza dubbio”. Voglio augurarmi che sia un errore di battitura, o meglio di copia/incolla, seppur grave per professionisti del settore, visto che dopo lo recensiscono come rosso, anche se la mineralità è una qualità ricercata per i vini bianchi.
 

 


La scelta di celebrare il primo anno di vita del blog con il post numero 100, è il segno di un traguardo raggiunto, impensabile e inimmaginabile all’inizio, anche grazie al contributo dell’amico Pasquale Di Lena, con cui spesso ci scambiamo idee e post, oltre che prodigo di consigli e parole d’affetto, impegnato da una vita, con il suo peregrinaggio in giro per il mondo, nel promuovere i tesori del territorio e della cultura enogastronomica. Un ringraziamento anche all’amico Marcello Pastorini, di cui spesso ho riportato le iniziative firmate “Ecomuseo Itinerari frentani”, anch’egli instancabile nell’offrire percorsi nella storia, nella cultura, nella musica popolare e nei sapori del Molise frentano, o l’Arch. Franco Valente, per il suo impegno nell’arte. Un ringraziamento anche a tutti voi che avete condiviso, apprezzato o sopportato i miei articoli, qualche volta un po’ critici, qualche volta un po’ troppo tecnici, ma sicuramente pregni d’impegno e passione per la nostra terra, da molti ignorata e bistrattata. Quelli più importanti li ho lasciati alla fine: un grazie di cuore a mia moglie e ai miei figli, cui ho sottratto parte degli affetti per la mia formazione, per lo spirito e la forza che mi sanno trasmettere nei momenti di difficoltà. Con la speranza che una scampata fine sia l’inizio di una nuova vita, auguro a tutti BUON 2013.
 
Sebastiano Di Maria